L’obiettivo della meditazione è quello di riuscire a concentrare l’attenzione su noi stessi, seguendo percezioni, sensazioni, pensieri ed emozioni al fine di raggiungere un livello di maggior consapevolezza e di calma interiore.

Attraverso la meditazione è possibile ridurre stress, ansia, paura e rabbia. Numerose sono le ricerche che supportano l’efficacia della meditazione nella gestione delle differenti forme di dolore, come gli studi condotti da John Kabat-Zinn. In associazione a tecniche di visualizzazione (metodo Simonton), la meditazione risulta di comprovata efficacia per la diminuzione del dolore correlato alle malattie oncologiche e per il contenimento degli effetti collaterali della chemioterapia. Altri studi testimoniano l’importanza dell’applicazione di tali pratiche nella fase preoperatoria, per ridurre i tempi di ricovero ospedaliero e il dolore conseguente alle procedure chirurgiche.

 

Come iniziare a meditare

Innanzitutto è necessario un luogo tranquillo che vi permetta di concentrarvi senza interruzioni.
Il silenzio non è necessariamente un requisito; includere all’interno della propria consapevolezza un rumore in sottofondo e porre attenzione a quelli occasionali può diventare parte della nostra pratica di meditazione.

Prima di cominciare stabilisci il tempo che dedicherai alla pratica. Sebbene i praticanti esperti consiglino due sessioni quotidiane da venti minuti, è sufficiente cominciare con una seduta al giorno da cinque minuti.

Quando meditiamo, abbiamo bisogno di sentirci estremamente comodi e al contempo di mantenere una buona postura. La caratteristica e necessità più importante per meditare al meglio è senza dubbio quella di mantenere la schiena dritta, allo scopo di prevenire la sonnolenza e far fluire più facilmente l’energia.

Per aiutarti a ottenere questo risultato, fai in modo che l’appoggio sul quale ti siedi abbia la parte posteriore più alta di quella anteriore, inclinando il tuo bacino leggermente in avanti. Non è necessario in un primo momento sedere a gambe incrociate, ma è una buona idea prendere questa abitudine per arrivare alla classica posizione di Vairocana, ovvero la postura base della meditazione consigliata in particolar modo ai principianti, in quanto aiuta la stabilità mentale e fisica rendendo più chiari e lucidi i nostri pensieri.

Se non sei in condizioni di assumere questa posizione, prova comunque a sederti nel modo che più le si avvicina, senza mai trascurare la tua comodità.

Un buon punto di partenza è concentrarsi sul proprio respiro, magari avvalendosi di immagini mentali (es. il movimento della pancia che si solleva o l’aria che riempie i nostri polmoni ad ogni respiro).

Alcune declinazioni della meditazione prevedono la ripetizione di un mantra, ossia un suono, una parola (es. “pace”, “tranquillità”) o una frase (“Sat, Chit, Ananda” che significa “Esistenza, Coscienza, Beatitudine”).

Esistono molte forme di meditazione. Un esempio è la scansione del corpo o body scan, attraverso la quale si pone progressivamente attenzione sulle varie parti del nostro corpo, ricercandovi sensazioni o semplicemente osservandone lo stato, la meditazione camminata, la meditazione sulla vita quotidiana, etc.

 

Le sei caratteristiche della postura del Vairocana

1. La mano destra è collocata nella mano sinistra, i palmi verso l’alto, con le punte dei pollici leggermente sollevate che si toccano delicatamente. Le mani sono poste circa quattro dita sotto l’ombelico. La mano destra simboleggia il metodo e la mano sinistra la saggezza, che si uniscono nel corso del processo meditativo.

2. La schiena è dritta, ma non tesa, per aiutarti a mantenere la mente chiara e permettere ai flussi di energia di fluire più liberamente.

3. Le labbra e la bocca sono rilassate, ma la lingua tocca il retro dell’arcata dentale superiore. Questo espediente impedisce sia la salivazione eccessiva che l’eccessiva secchezza del palato allo stesso tempo.

4. La testa è lievemente inclinata in avanti, con il mento leggermente aderente al collo di modo che gli occhi guardino verso il basso, per prevenire qualsiasi stato di eccitazione mentale.

5. Gli occhi sono semiaperti e guardano in basso lungo la linea del naso. Se tieni gli occhi completamente aperti rischi di sviluppare troppe distrazioni, mentre se sono totalmente chiusi potresti al contrario alienarti fino al punto di addormentarti.

6. Le spalle sono livellate e larghe, ma rilassate, ed i gomiti scostati dal lato del corpo per far circolare meglio l’aria.

Un’ulteriore caratteristica della postura di Vairocana è la respirazione preliminare, che immerge la mente nel giusto stato e “insegna” al corpo come si medita. Quando ci approcciamo alla meditazione il nostro cervello è quasi sempre traboccante di pensieri inopportuni, e non possiamo immediatamente convertire un tale stato d’animo in quello pacifico e sereno di cui abbiamo bisogno. Una mente disturbata è come un panno nero: non possiamo tingerlo di qualsiasi altro colore a meno che non rimuoviamo prima tutto il nero di base.

Dobbiamo quindi sgombrare il campo da tutti i pensieri negativi e dalle distrazioni prima di dedicare anima e corpo al processo meditativo. Sarai in grado di ottenere questo risultato temporaneamente grazie alla pratica della respirazione controllata.

 

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