La meditazione è diventata più popolare negli ultimi anni, poiché sempre più persone sono consapevoli dei suoi benefici.

La meditazione aiuta ad allenare la tua mente e ti aiuta a concentrarti e a reindirizzare i tuoi pensieri.
In questo articolo esaminiamo 7 benefici della meditazione

 

DOLORE
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience e condotto da un gruppo di ricercatori del Wake Forest Baptist Medical Center di Winston-Sale (Usa), la meditazione avrebbe un potere analgesico.

Dai risultati è emersa, infatti, una riduzione della percezione dolorifica quantificata tra il 40% e il 93% durante la meditazione, accompagnata da una diminuzione di circa il 57% della percezione soggettiva di fastidio e dispiacere conseguente alla sofferenza. Le scansioni di neuro-imaging hanno individuato a livello cerebrale una sostanziale riduzione dell’attività della corteccia somato-sensoriale notoriamente coinvolta nella genesi del dolore. In aggiunta, si attivavano altre aree cerebrali implicate nella percezione dolorosa: il cingolo anteriore, l’insula anteriore e la corteccia orbito-frontale. Questo circuito elabora i segnali dolorosi, definendo durata ed intensità del dolore percepito.

 

ATTIVITA' CARDIOVASCOLARI
Gli effetti positivi della meditazione si rilevano anche in alcuni outcomes cardiovascolari. Ad esempio, una ricerca ha osservato come la pratica formale migliorasse alcuni parametri connessi al benessere cardiovascolare, come le High Frequencies (HF), un parametro frequenza-dominio della variabilità della frequenza cardiaca (HRV, Heart Rate Variability) che riflette principalmente l’attività parasimpatica o vagale e che, quando ridotto, si configura come predittore di mortalità cardiovascolare (Krygier et al., 2013). Secondo un’altra ricerca pubblicata su CirculationCardiovascular quality and outcomes, coloro che praticavano quotidianamente la meditazione Vipassana avevano il 48% in meno di possibilità di avere un attacco di cuore o un ictus, rispetto a coloro che avevano frequentato un corso di educazione alla salute durato cinque anni dove venivano presi in considerazione dieta ed esercizio fisico.

 

APPRENDIMENTO SENSOMOTORIO
La meditazione Zen avrebbe effetti anche sui processi di apprendimento secondo quanto dimostrato dai ricercatori della Ruhr-University Bochum e della Ludwig-Maximilians-University di Monaco.

Lo studio è stato condotto durante un ritiro di meditazione Zen di praticanti con diversi anni di esperienza: il ritiro prevedeva il completo silenzio con 8 ore di meditazione al giorno.

Tutti i soggetti praticavano una meditazione caratterizzata dall’attenzione consapevole dei propri pensieri, stati interni e stimoli esterni. In aggiunta, ad alcuni partecipanti veniva chiesto di meditare per due ore al giorno focalizzandosi sulle sensazioni del dito indice della mano destra, allenando la consapevolezza delle percezioni e sensazioni relative a questa specifica parte del corpo.

Nelle fasi pre- e post-assessment è stato valutato quantitativamente il livello di percezione tattile per mezzo di un indice che misura quanto distanti debbano essere due stimoli affinché siano discriminati come due distinte sensazioni. Dai risultati è emerso come i praticanti che avevano meditato per un certo periodo di tempo sul loro dito destro mostravano significativi miglioramenti (circa il 17%) nell’acuità tattile del dito indice della mano destra rispetto al gruppo di controllo, aumento comparabile ai cambiamenti conseguenti all’allenamento e alla stimolazione fisico-corporea.

 

RIMUGINIO
Grazie alle tecniche di meditazione sarebbe più facile riuscire a concentrarsi sul momento presente. La conferma di questo dato, già noto nella letteratura scientifica di riferimento, ci arriva da uno studio di un gruppo di ricerca del Department of Psychiatry della Yale University School of Medicine. Il contributo di questa ricerca sta nell’aver identificato che attraverso alcune tecniche di meditazione è possibile “spegnere” una specifica area del cervello, indicata nello studio come Default Mode Network (DMN), considerato in grado di generare quel continuo emergere di idee e pensieri (rimuginio) che in un qualche modo interferisce con ciò che in quel momento si sta facendo.

Quest’attività di produzione automatica dei pensieri è presente per circa la metà del tempo della veglia, e può portare alla luce ricordi spiacevoli e contribuire al nascere di preoccupazioni per il futuro, creando così uno stato di ansia e di depressione nella persona.
Nello studio sono state prese in considerazione tre diverse tecniche di meditazione:

  1. Consapevolezza: questa tecnica consiste nel prestare attenzione momento per momento a quello che sta succedendo, a quello che arriva alla coscienza del praticante stesso, senza tentare di modificare il pensiero o la sensazione appena arrivata ma semplicemente accettandola.

  2. Concentrazione: il praticante deve concentrarsi sul respiro, percependo l’aria che entra e che esce dal naso, la pancia che si riempie e si svuota, e ogni qualvolta si presenta un pensiero nella sua mente è invitato ad osservarlo con gentilezza e, in seguito, a lasciarlo andare senza attaccarvisi.

  3. Amare-gentilezza: in questa tecnica il praticante deve visualizzare una situazione nella quale ha desiderato il bene di qualcuno per lui significativo, utilizzando tale immagine mentale per poi desiderare il bene degli altri.

I risultati di questo studio aprono interessanti scenari per l’uso della meditazione nel trattamento del disturbo da deficit dell’attenzione. Inoltre, anche nei pazienti affetti da Alzheimer si rileva un’iperattivazione della DMN che potrebbe sostenere la deposizione nelle cellule cerebrali di beta-amiloide. L’uso di tecniche meditative potrebbe normalizzare l’attività della DMN proteggendo il paziente dai sintomi dell’Alzheimer.

 

PENSIERO CREATIVO
Alcune tecniche di meditazione possono favorire lo sviluppo del pensiero creativo, anche in persone che non hanno mai praticato alcun tipo di meditazione.
La pratica degli esercizi di meditazione influenza a lungo termine alcuni aspetti della cognizione umana, tra i quali anche il modo in cui vengono concepite le idee.

Nel corso dello studio è stata indagata l’influenza delle differenti tecniche di meditazione su due principali aspetti del pensiero creativo: il pensiero divergente ed il pensiero convergente.

Quando si parla di pensiero divergente ci si riferisce alla capacità di creare nuove idee. Tale capacità è stata valutata attraverso l’uso di un compito definito di Usi Alternativi in cui ai partecipanti veniva chiesto di pensare a quanti più usi possibile potrebbe avere un particolare oggetto, ad esempio una penna. Per pensiero convergente s’intende, invece, la capacità di rintracciare una possibile soluzione in riferimento ad un problema specifico. Tale aspetto è stato valutato attraverso la presentazione di un compito di Associazioni Remote nel quale venivano presentate ai partecipanti tre parole apparentemente non collegate tra loro, come tempo, capelli e allungare. In seguito veniva chiesto ai partecipanti dello studio di individuare un possibile collegamento esistente tra queste parole, in questo caso ad esempio lungo.

 

PERDITA DI MEMORIA
Migliorando l’attenzione e la chiarezza di pensiero, può aiutare a mantenere la mente giovane.
Un metodo di meditazione chiamato Kirtan Kriya combina un canto o un mantra ad un movimento delle dita ripetitivo volto a controllare i pensieri.

Oltre ad aiutare a combattere la perdita di memoria legata all’età, si è scoperto che la meditazione migliora parzialmente la memoria dei pazienti affetti da demenza.

 

MIGLIORA IL SONNO
L’insonnia, in un momento o nell’altro, colpirà quasi la metà della popolazione.
La meditazione è un’abilità, impararla può aiutarvi a reindirizzare e controllare i pensieri che corrono e che spesso possono portare all’insonnia.

Inoltre, il tuo corpo viene aiutato a rilassarsi, la tensione viene rilasciata, e sei messo in uno stato di pace dove il tuo corpo e la tua mente sono più propensi ad addormentarsi.

 

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